Lo status dell'italiano in Svizzera

L'italiano è una delle quattro lingue nazionali svizzere (accanto a tedesco, francese e romancio) e una delle sue tre lingue ufficiali (oltre a tedesco e francese). 

Circa la metà della popolazione svizzera che indica l'italiano come lingua principale è residente nei territori tradizionali, ovvero nel Canton Ticino e nelle Valli Calanca, Mesolcina, Bregaglia e Poschiavo del trilingue Canton Grigioni. In essi, il dialetto è ancora molto vitale: il 30.7 % dei residenti in Ticino e il 60.8% degli italofoni grigionesi usano il dialetto in famiglia.

Il numero degli italofoni è stato rilevato, dal 1950 al 2000, in occasione dei censimenti nazionali a cadenza decennale: il picco dell'11.9% del 1970 è riflesso dell'immigrazione italiana – il successivo calo al 6.5%, invece, del fenomeno di naturalizzazione o di ritorno in patria degli immigrati. Dal 2010 il censimento nazionale è stato sostituito dalla rilevazione strutturale a cadenza annale che, prevedendo risposte multiple alla domanda sulla lingua principale, evidenzia fenomeni di plurilinguismo individuale che fanno salire all'8.4% la percentuale di popolazione elvetica di lingua principale italiana.

 

CENSIMENTO NAZIONALE

domanda con risposta singola: "Qual è la lingua in cui pensa e che conosce meglio?"

RILEVAZIONE STRUTTURALE

domanda con risposte multiple: “Qual è la sua lingua principale, ovvero la lingua in cui pensa e che sa meglio?”

 

1950

1960

1970

1980

1990

2000

2010-2012

Tedesco

72.1

69.4

64.9

65.0

63.6

63.7

65.4

Francese

20.3

18.9

18.1

18.4

19.2

20.4

22.6

Italiano

5.9

9.5

11.9

9.8

7.6

6.5

8.4

Romancio

1.0

0.9

0.8

0.8

0.6

0.5

0.6

Altre

0.7

1.4

4.3

6.0

9.9

9.0

19.2

 

L'italiano elvetico

L'italiano elvetico è una varietà dell'italiano inteso come lingua pluricentrica. Esso ha potuto svilupparsi in parte autonomamente principalmente per il suo statuto di lingua ufficiale (che gli permette di discostarsi dalla norma italiana) e per il contatto con le lingue nazionali tedesco e francese, oltre che per influssi dialettali (che caratterizzano tuttavia anche le diverse varietà di italiano d’Italia). Le peculiarità dell’italiano elvetico si situano prevalentemente in ambito lessicale: diversi studi, primo fra tutti il “Lessico della frequenza dell’italiano parlato nella Svizzera italiana” (Pandolfi, 2009), evidenziano la presenza di numerosi elvetismi, per esempio:

  • it. elvetico “la posta” col significato di ‘autobus della Posta svizzera’
    (dal nome della società “La posta”)
  • it. elvetico “il natel” col significato di ‘il cellulare’
    (dal ted. “das Natel”)
  • it. elvetico “il callaneve” col significato di ‘lo spazzaneve’
    (influsso dialettale)
  • it. elvetico “la nota” col significato di ‘il voto’
    (tripletta con ted. “die Note” e fr. “la note”)
  • it. elvetico “azione” col significato di “offerta speciale”
    (tripletta con fr. “action” e ted. “Aktion”)
  • it. elvetico “il mantello” col significato di ‘il cappotto’
    (dal ted. “der Mantel” o arcaismo dialettale)
  • it. elvetico “marcare (giù)” col significato di ‘annotare’
    (influsso dialettale)

L'italiano elvetico comprende sia le varietà dei territori italofoni sia quelle "derivanti dallo statuto di lingua nazionale e ufficiale che l’italiano ha in Svizzera". Per comprendere invece anche "le varietà legate alla forte immigrazione dall’Italia", si utilizza invece l'espressione "italiano di Svizzera" (Moretti, 2011).

Uso dell'italiano nel mondo del lavoro

Esistono diversi dati statistici rilevanti sull’uso delle lingue nel contesto lavorativo in Svizzera, tra cui quella tratta dallo studio “Panorama linguistico svizzero”, realizzato sulla base dei dati del censimento nazionale del 2000 relativi alla situazione linguistica in famiglia, al lavoro e nella formazione.

 

Management superiore

Professioni liberali

Altri indipendenti

Professioni accademiche

Professioni intermedie

Professioni qualificate non manuali

Professioni qualificate manuali

Lavoratori e impiegati

Professioni non assegnabili

Totale

Tedesco

97.8

98.7

99.3

97.8

99.1

99.3

98.5

94.5

96.7

98.0

Francese

30.8

41.7

17.1

35.6

24.3

22.4

7.8

10.1

15.8

19.9

Italiano

13.1

23.4

9.6

11.3

10.7

11.0

7.5

14.9

11.1

11.2

Inglese

43.0

54.5

20.5

51.5

30.0

24.0

7.1

8.6

17.3

23.4

Romancio

0.4

0.7

0.5

0.5

0.5

0.5

0.5

0.4

0.5

0.5

Altre

6.6

9.6

4.1

6.2

4.5

3.8

3.5

8.5

6.5

5.3

Totale

191.8

228.7

151.1

202.9

169.3

161.0

124.8

137.0

147.8

158.3

Lingue parlate sul lavoro dall’insieme delle persone attive occupate in Svizzera tedesca, secondo la categoria socioprofessionale, in %, nel 2000 (Lüdi e Werlen 2005, pp. 112-113).

Uno studio dello stesso anno (Andres 2005), compiuto in un’ottica completamente diversa basata su un campione di 2000 aziende e sui loro dipendenti, conferma il quadro sopra riportato (cfr. figura in fondo alla pagina).

L’ordinanza alla legge sulle lingue del 2010, inoltre, stabilisce che la conoscenza di tre lingue nazionali sia un requisito importante se non necessario per i quadri. Dopo la sua revisione del 2014, inoltre, le quote di rappresentanti delle comunità linguistiche si sono estesi anche alle “unità” dell’amministrazione federale (p. es. all’EMPA). L'OLing crea dunque una nuova necessità nel mondo lavorativo: quella di conoscere non solo una seconda, ma anche una terza lingua nazionale. Un bisogno che solo in parte si traduce in un'offerta formativa accessibile alla larga popolazione scolastica.

 

L'insegnamento dell'italiano

L'italiano, nel sistema scolastico elvetico, può essere studiato a diversi livelli, come si più leggere nella pagina di questo sito dedicata all'insegnamento.

L'ambito in cui più frequentemente, negli ultimi anni, l'italiano ha subito degli attacchi è stato quello del secondario II: si pensi per esempio al "Caso San Gallo", al "Caso Obvaldo" e al "Caso Argovia". Le reazioni non sono mancate:

 

Fonti

  • AA.VV. (2014a). Conclusioni della XXIII sessione della Commissione culturale consultiva italo-svizzera.    http://www.esteri.it/mae/resource/doc/2015/03/xxiii_sessione_comm_cult_italo_svizzera_pubblicazione.pdf
  • Lüdi, G., & Werlen, I. (2005). Paesaggio linguistico in Svizzera. Neuchâtel: diff.: UST, Ufficio federale di statistica.
  • Moretti, B. (2011). Svizzera, italiano di. http://www.treccani.it/enciclopedia/italiano-di-svizzera_(Enciclopedia-dell'Italiano)/
  • Pandolfi, E. M., Casoni, M., & Bruno, D. (2016). Le lingue in Svizzera. Analisi dei dati delle Rilevazioni strutturali 2010-12: Osservatorio linguistico della Svizzera italiana.
  • Andres, M., Korn, K., Barjak, F., Glas, A., Leukens, A., & Niederer, R. (2005). Fremdsprachen in Schweizer
    Betrieben: Eine Studie zur Verwendung von Fremdsprachen in der Schweizer Wirtschaft und deren
    Ansichten zu Sprachenpolitik und schulischer Fremdsprachenausbildung (pp. 126). Olten:
    Sonderdruck der Fachhochschule Nordwestschweiz
  • Bundesamt für Statistik. (2003). Verteilung der Landessprachen in den Kantonen, 2000
  • Consiglio federale. (28.11.2014). Messaggio concernente la promozione della cultura negli anni 2016–2020
    (Messaggio sulla cultura) (pp. 136)
  • Consiglio federale. (1995). Ordinanza concernente il riconoscimento degli attestati liceali di maturità (ORM)
  • EDK/CDIP/CPDE. (2013). Sprachenstrategie Sekundastufe II.
  • EDK/CDIP/CPDE. (2015). Recommandations relatives à la promotion de l’italien, langue nationale, dans les gymnases suisses
  • EDK/CDIP/CPDE. (2015a). Fakultativer Unterricht dritte Landessprache / enseignement facultatif troisième langue nationale (Sekundarstufe I / degré secondaire I).   http://www.edudoc.ch/static/strukturdaten/pdf_rohdaten/095b.pdf
  • Lüdi, G., & Werlen, I. (2005). Paesaggio linguistico in Svizzera. Neuchâtel: diff.: UST, Ufficio federale di
    statistica
  • SMK. (2012). Reglement der Schweizerischen Maturitätskommission (SMK) für die Anerkennung kantonaler
    zweisprachiger Maturitäten
  • Werlen, I. (2008). Sprachkompetenzen der erwachsenen Bevölkerung in der Schweiz Welche Bedingungen
    fördern oder hemmen die Mehrsprachigkeit?, Schlussbericht im Rahmen des NFP 56. Bern
  • Werlen, I., Rosenberber, L., & Baumgartner, J. (2006). Warum welche Sprachen lernen? Ergebnisse einer
    repräsentativen Befragung der erwachsenen Bevölkerung in der Schweiz. In A. Abel, M. Stuflesser,
    & M. Putz (Eds.), Mehrsprachigkeit in Europa: Erfahrungen, Bedürfnisse, gute Praxis /
    Plurilinguismo in Europa: esperienze, esigenze, buone pratiche / Multilingualism across Europe:
    Findings, Needs, Best Practices (pp. 10). Bolzano/Bozen: Accademia Europea Bolzano.

Immagini

(testo: SA 8/2017)