Webinar - Rileggere la letteratura italiana da un punto di vista multiculturale. Manzoni, Verga, Morante e Lahiri tra translinguismi e subalternità
Il translinguismo è, in senso stretto, la scrittura in almeno una lingua diversa da quella primaria. Per diverse ragioni, la letteratura italiana è particolarmente connessa all’immaginario translingue: essa nasce infatti al crocevia tra scrittura translingue in latino e scrittura in volgare e si sviluppa poi, per secoli, come straordinario repertorio letterario «deterritorializzato». Anche in seguito all’Unità d’Italia, mentre solo l’otto o dieci per cento della popolazione italiana capiva l’italiano, scrittori come Manzoni e Verga erano tecnicamente translingui, perché madre-lingua dialettali, e francofoni negli scambi sociali. La loro poetica, le loro opere, la loro stessa devozione e reinvenzione della lingua italiana vanno capite a partire da questa prospettiva e dall’urgenza di creare un repertorio espressivo adeguato alla modernità e al suo genere più rappresentativo: il romanzo. Adottare nell’insegnamento e nella lettura dei grandi classici di una nazione un punto di vista translingue non significa infatti solo acquisire chiavi di lettura finora ignorate. Significa anche accogliere la differenza e il riconoscimento reciproco come principi costitutivi di una comunità: una scommessa decisiva nel contesto delle classi italiane sempre più multiculturali.
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